Quante volte avete chiesto al vostro cane di sedersi in un momento caotico? E quante volte vi ha davvero ascoltato?

Molte volte mi capita di assistere alla persona che chiede al proprio cane di sedersi in un momento un po’ “agitato”, e all’inizio dei tempi, quando ancora ero fuori da questo mondo, credo di averlo fatto anche io.

Può essere che glielo chiediamo quando sta abbaiando verso qualcuno, quando sta saltando addosso per la gioia, quando lo si vuole sganciare dal guinzaglio ma lui tira.
Sono solo esempi.

E’ davvero utile?
Perché stiamo chiedendo al nostro cane di sedersi? Qual è lo scopo di tale richiesta?
E’ su questo che voglio concentrarmi in questo articolo.

Facciamo qualche doamnda e qualche riflessione mentre ci avviciniamo alla risposta.

1° DOMANDA

Il cane, seppur abbia un grandissimo vocabolario fatto di gestualità, espressioni, posture, movimenti, vocalizzi…non possiede il nostro vocabolario di parole.
Certo, con il tempo molte le può imparare, ma dobbiamo insegnargliele prima e non dare per scontato che conosca il significato di ogni nostra parola o dei sinonimi e contrari.
Questo è un punto fondamentale. Un sacco di volte parliamo con i nostri cani dando per scontato di essere chiari, comprensibili e soprattutto che chi abbiamo davanti abbia il nostro stesso set di parole e gli dia lo stesso significato.
Non è così.
Quindi in generale, qualsiasi cosa chiediamo al nostro cane, chiediamoci sempre:

CONOSCE IL SIGNIFICATO DI CIO’ CHE GLI STO CHIEDENDO?

 

2° DOMANDA

Se alla precedente domanda la risposta è affermativa (per esempio, quando chiedo al mio cane di SEDERSI, solitamente lo fa), allora posso chiedermi:

E’ IN GRADO DI FARE CIO’ CHE GLI CHIEDO IN QUESTA CIRCOSTANZA?

Qualcuno può pensare: “Va bè si deve sedere, mica fare qualche cosa di complesso, che ci vuole?”
Eh…non è così sempre. Sì, l’azione in sé è facile (a meno di qualche difficoltà motoria), ma se in quel momento il nostro cane ha di fronte un cane che gli sta ringhiando, quanto riterrà opportuno sedersi?
E se sta provando un forte disagio? E’ agitato perché l’abbiamo portato in un centro commerciale ed è la prima volta che sta in un ambiente simile?
Se il suo modo di scaricare la tensione, di ritrovare l’equilibrio è più cinetico, cioè scarica muovendosi o magari cercando una via di fuga, per allontanarsi in un posto a lui più congeniale…quanto sarà propenso a sedersi, pur conoscendo a menadito il significato della parola utilizzata?

 

3° DOMANDA

Se pure a questa seconda domanda, la risposta è affermativa (ma non solo nella nostra testa…) e quindi il nostro cane in quella circostanza è in grado di mettersi seduto, allora mi faccio la terza domanda:

PERCHE’ VOGLIO CHE FACCIA QUESTA COSA?
HA SENSO LA MIA RICHIESTA?

Alcune risposte potrebbero essere:

  • ci siamo fermati a riposo (es. tavolino del bar), meglio che si sieda pure lui (per quale ragione non può rimanere in piedi però?)
  • ci siamo fermati (per strada) e dobbiamo aspettare qualcosa o qualcuno
  • abbiamo visto un altro cane/altra persona, si è un po’ agitato, se si siede, starà più fermo, di conseguenza sarà più calmo
  • devo togliere il guinzaglio, se si siede starà fermo e quindi più calmo e quindi toglierò più facilmente il guinzaglio
  • il cane salta addosso e gli chiedo di sedersi, così smetterà di farlo

Non sono tutte le risposte possibili…
In quelle che ho riportato, c’è un fattore in comune: il pensiero che il cane conosca il significato, che sia in grado di farlo in quella circostanza e che questo comportamento sia utile in qualche maniera a gestire la situazione in cui ci troviamo.

 

RICHIESTE ED EMOZIONI

Il punto cruciale è che se anche il cane sa cosa gli stiamo chiedendo, spesso in molte situazioni le sue emozioni sono forti, hanno il sopravvento e le esterna in vari modi (salto addosso, abbaiare, tirare..).
Rispondere adeguatamente a ciò che gli stiamo chiedendo, per lui vuol dire fare uno sforzo enorme:

  • bloccare/fermare il proprio corpo quando invece tutto dentro di lui gli sta gridando che il muoversi lo aiuterebbe
  • nello stesso tempo gestire il flusso di emozioni che sta provando in quel momento. Flusso di emozioni che si mostra attraverso i comportamenti esterni.

In pratica stiamo cercando di bloccare la forte uscita dell’acqua da un tubo, mettendo la mano davanti all’apertura anziché cercare di regolare meglio il flusso che passa attraverso il tubo.

Questa è una delle ragioni per cui costruire un vocabolario di parole condivise con il nostro cane è utilissimo (Seduto, Aspetta, Fermo…) ma non è sufficiente. Aiutarlo a sviluppare il proprio autocontrollo, aiutarlo a saper affrontare le varie situazioni (traffico, incontro con persone, interazione con altri cani…) è diverso da agire in controllo, cioè dire al nostro cane cosa deve fare, come e quando.

Se un cane nel corso della sua vita ha imparato a NON SALTARE ADDOSSO ALLE PERSONE quando arrivano per esempio ospiti a casa, non è tanto perché ogni volta gli ho chiesto di sedersi, ma perché nel corso del tempo ha imparato a gestire meglio le forti emozioni (soprattutto da cucciolo sono travolgenti) che sono associate all’arrivo di ospiti.
Ha imparato a notare (se siamo stati bravi, coerenti, costanti), che il saltare addosso insistente non è un gesto così apprezzato, mentre lo sono di più comportamenti felici ma più contenuti, espressi magari nello scodinzolamento, nella ricerca di vicinanza, nella scambio di sguardi e di sorrisi.

Il vocabolario che abbiamo costruito o stiamo costruendo con lui è molto utile, ci tengo a precisarlo, ma non sufficiente.
Facciamo qualche esempio.

Esempio: Attraversare la strada

Se devo attraversare la strada, poter dire al mio cane FERMO e sapere che lui conosce il significato e si FERMA accanto a me, è fondamentale per non farsi male. Questo vuol dire che, per fare questa richiesta al mio cane, devo poter rispondere in maniera positiva alle 3 domande di prima:

  1. Conosce il significato di ciò che gli sto chiedendo?
  2. E’ in grado di fare ciò che gli chiedo (Fermarsi) in questa circostanza (per strada)?
  3. Perché voglio che lo faccia (Fermarsi)? Perché è utile che si fermi prima di attraversare la strada così da consentirmi di guardare a destra e a sinistra.
    Ha senso la mia richiesta?

 

Aggiungo un’ulteriore considerazione.

Il segnale FERMO (per come lo intendo io) significa: “resta vicino a me, senza muoverti, senza che io debba trattenerti con il guinzaglio o la pettorina”. Che il mio cane resti in piedi, seduto o sdraiato per me non è importante.
Naturalmente ogni persona costruisce questo segnale con il proprio cane in base alle proprie esigenze. In alcuni casi il FERMO può includere anche il seduto, e va benissimo così.
Quello che mi preme evidenziare è che, spesso, capita di vedere cani già fermi, tranquilli, che hanno risposto alla richiesta del proprio umano… eppure viene chiesto anche che si siedano.
In quei momenti mi chiedo: perché? Qual è l’obiettivo aggiuntivo?
A volte sembra quasi che la richiesta non risponda a una reale necessità, ma solo a un principio di “obbedienza” fine a sé stessa: “Te l’ho detto, quindi fallo”.
Ecco, forse possiamo chiederci se, in certi momenti, non basti davvero quello che il cane sta già facendo.

Esempio: Suona il campanello

Altro contesto, stesso cane di prima (quindi conosce il significato della parola FERMO e pure di ASPETTA)
Suona il campanello e il mio cane si getta sulla porta agitato, abbaiando perché arriva qualcuno. E’ il corriere che deve consegnare un pacco. Devo uscire a ritirare il pacco. Come gestisco il momento? Come sa gestire questo momento il mio cane?
Se gli dico Fermo, Aspetta è in grado di restare li a qualche metro dalla porta in modo che io riesca ad aprire la porta ed uscire in modo normale, senza sembra una sardina che passa in una fessura?
Quindi rispondiamo alle 3 domande di prima:

  1. Conosce il significato di ciò che gli sto chiedendo?
  2. E’ in grado di fare ciò che gli chiedo (Fermarsi e aspettare) in questa circostanza (dentro casa con un ospite fuori che ha suonato il campanello)? No. Posso anche sbraitare FERMO, ASPETTA (o qualsiasi altra parola), ma in quel momento il mio cane è guidato da forti emozioni ed è incapace di ascoltarmi.
  3. Perché voglio che lo faccia (Fermarsi e attendere)? Per consentirmi un’uscita sicura (per me e per lui).
    Ha senso la mia richiesta? Certo che sì.

 

Quindi, dovrò aiutarlo a sviluppare un po’ di autocontrollo in queste situazioni (di solito lo si vede in un percorso di educazione / protocollo sicurezza), altrimenti le mie parole vanno al vento e spesso c’è pure un po’ di nervosimo.

Esempio: Incontro con altre persone

Ultimo esempio (stesso cane di prima).
Siamo fuori in passeggiata e incontriamo una persona che da corda al mio cane. Lui si avvicina, scodinzola, la persona lo “agita” e lui mette le zampe addosso. Io lo sposto e gli chiedo di sedersi, sperando che la persona smetta di incentivarlo…
Rispondo alle 3 domande di prima:

  1. Conosce il significato di ciò che gli sto chiedendo?
  2. E’ in grado di fare ciò che gli chiedo (Sedersi e aspettare) in questa circostanza (fuori casa di fronte ad una persona)? Di solito sì.
    Tuttavia se la comunicazione della persona è incoerente, cioè lo agita, cerca il contatto poi si scansa, poi si riavvicina…cosa può capire il nostro cane?
  3. Perché voglio che lo faccia (Sedersi)?  Bella domanda! A cosa serve che si sieda? Non può bastare che abbassi un po’ il livello di adrenalina e che riesca a rimanere più controllato nel comportamento (che tradotto significa osservare in giro, annusare qualcosa per esempio)? Perché deve sedersi? A quale scopo? 

 

Chiarisco che il problema non è il SEDUTO in sé.
Questa cosa capita con qualsiasi segnale di richiesta (non mi piace chiamarlo comando).
Solo che il seduto è quello più abusato, forse perché di solito è quello che insegniamo prima al cane o quello che lui propone abbastanza frequentemente. Ed è una posizione statica, che ci da l’illusione di una calma…ma se osservate meglio il vostro amico nello sguardo, nella respirazione, nella tensione dei muscoli…cosa vedete realmente, oltre ad un cane fermo e seduto? ( ci dedico un incontro apposta sul linguaggio!  Osserva il tuo cane: impara la sua lingua)

Inoltre, è utilissimo a volte, dare un’indicazione al cane di ciò che è meglio fare, mentre altre volte lasciargli spazio di manovra, è la scelta migliore. Soprattutto in quest’ultimo caso, dove lasciamo che sia lui a decidere cosa fare, rispecchia la fiducia che abbiamo in lui, la relazione che abbiamo costruito, quanto abbiamo imparato a capire dove è necessario la nostra guida e dove possiamo mollare la presa.
Ma tutto ciò implica la consapevolezza della relazione che sia ha con il proprio amico.

La prossima volta che chiedi al tuo cane di sedersi… fermati un secondo. Rispondi alle tre domande. E poi scegli se guidarlo… o semplicemente accompagnarlo.