Qualche giorno fa al campo abbiamo fatto un po’ di socializzazione tra una bella cucciolotta di Husky (5 mesi) e uno giovanotto di razza Shiba Inu (circa 1 anno), rispettivamente la bella Mia e mister Joy. Visto i soggetti poco competitivi, ho deciso di seguire l’ispirazione del momento ovvero fare quello che di solito evito accuratamente: buttare qualche risorsa nel campo e osservare cosa sarebbe accaduto, insieme ai proprietari.

Con il termine risorse, intendo qualcosa che per un cane può avere un qualche valore. Le risorse utilizzate sono state la corda (o treccia), amata da Mia e non disdegnata neppure da Joy e due palline, amate da Joy e in qualche maniera anche da Mia.

Non sto parlando della competizione durante un gioco, come può succedere nel tira e molla. Sto parlando di competizione fuori dal gioco, quando c’è qualcosa che interessa ad entrambe i soggetti.

Sana Competizione

Esempio di gioco competitivo. I due cani in foto vivono nella stessa famiglia e la corda è un modo per giocare tra di loro.

Perché evito di lasciare oggetti sparsi in campo di solito?

Perché, esattamente come noi, i cani sono competitivi. Chi più chi meno. Sia chiaro: non è la competizione che mi tiene lontana da buttare cose a caso in campo in presenza di cani, ma il pericolo di innescare confronti e litigi inutili che possono degenerare. Un po’ di sana competizione non ha mai fatto male a nessuno. Se è sana però. Sul grado di competizione di un cane, la razza ci da delle buone indicazioni, tenendo sempre conto che poi ognuno è a sé. Gestire bene le risorse, in particolare quando sono presenti più cani (giochi o cibo per esempio) è fondamentale, perché, come scritto sopra, si possono innescare dei litigi e portare i cani a rovinare l’equilibrio che possono aver raggiunto fino ad un attimo prima.

Perché ho deciso di provarci proprio con loro? I motivi sono stati diversi: dall’età, alla razza, dalla taglia al sesso del cane, ma in particolare la conoscenza  dei due cani stessi: chi è Joy? chi è Mia? Quanto sono disposti a confrontarsi con l’altro? Quanto sono disposti ad andare fino in fondo in caso di confronto?

Con chi può competere un cane?

Con altri cani, ma anche con noi.

Foto presa da internet: sguardo fisso, arricciamento naso, denti ben in vista

Esempio: diamo al nostro cane un bell’osso da masticare. Ad un certo punto decidiamo che è ora di riprendere l’osso. Ci avviciniamo, ci pieghiamo sopra il nostro cane con tutta la nostra grazia, allunghiamo la manina e zac! via l’osso. Alcuni cani, ormai disperati si rassegnano a questa nostra maleducazione (il paradiso gli spetta di diritto), ad altri cambia lo sguardo: diventa fisso non sempre diretto esattamente verso la persona, ma comunque capisci che quello sguardo è per te. Altri ormai passano direttamente al morso.

Spesso il cane piazza anche una bella ringhiata, ma a quel punto il proprietario si stupisce e pensa di avere un cane problematico. Sgrida il cane che mai dovrebbe azzardarsi a ringhiare alla mano che di solito gli da mangiare.

Alla fine è un po’ come se qualcuno ci strappasse di mano il nostro cellulare mentre stiamo leggendo un messaggio. Iniziamo già a guardare male la persona che si avvicina al cellulare appoggiato sul tavolo, se poi osa toccarlo senza chiederci il permesso prima, guai!

Per cosa può competere esattamente?

In generale su molte cose, di nuovo…come noi.

Alcuni esempi:

  • Cibo: dalla ciotola all’osso da masticare
  • Giochi
  • Spazi
  • I propri umani
  • Oggetti generali

Quelli presi meno considerazione da noi persone se pensiamo ad un cane sono: gli spazi e noi stessi.

Gli spazi, come il luogo di riposo, un posto all’ombra in luogo soleggiato, il luogo dove solitamente si mangia, la bolla di spazio intorno al cane stesso, l’albero o il paletto su cui altri cani hanno fatto pipì, per esempio. Ad uno degli ultimi moduli del corso in Classi di Socializzazione ci siamo seduti in cerchio in un prato. Accanto ad una ragazza c’era sdraiato il suo cane, un incrocio tra un boxer e un rottweiler. Mi sono alzata per andare a prendere qualcosa e per non passare in mezzo a tutti ho fatto una sorta di L aggirando il gruppo. Camminavo sopra pensiero e mi ha riportato con i piedi per terra proprio quel cane nel momento esatto in cui ho invaso inconsapevolmente il suo spazio. Mi ha solo avvisata con un unico abbaio potente, ma è bastato. In quell’esatto momento ho compreso quanto ha valore lo spazio.

Noi stessi siamo risorse. Siamo importanti per i nostri cani. Alcuni accettano di buon grado se noi accarezziamo un altro cane. Ad altri proprio non va giù e lo dicono. Per fare un altro esempio, tempo fa una signora con il suo cane, un simil barboncino, ha “osato” accarezzare il mio cane. In pochi attimi il barboncino ed il mio cane si sono ritrovati su due zampe abbracciati ringhiandosi uno con l’altro. Che cosa è successo? Al barboncino molto geloso della proprietaria, non andava che quest’ultima interagisse con il mio cane e il barboncino l’ha detto al mio cane chiaramente. Finita li. Nessun ferito.

Un’altra occasione è stata durante una Classe di Socializzazione: un cane ha detto caratteri cubitali ad un altro che la sua proprietaria non è di tutti e che lui non aveva diritto di avvicinarsi a lei: una bella ringhiata e e sguardo fisso verso l’altro. Di nuovo nessun ferito.

Non va sempre così però. Come noi non sappiamo gestire benissimo tutte le emozioni che ci attraversano, così non tutti i cani sanno reagire nel migliore dei modi tutte le volte. Alcuni sanno mediare, altri sono più diretti, alcuni usano le maniere più forti.

Cosa possiamo fare noi?

  • gestire benissimo le risorse, dalle ciotole agli spazi.
  • abituare il cane fin da giovanissimo che se ci avviciniamo a lui non è portargli via qualcosa (nemmeno per scherzo).
  • con più cani presenti nel gruppo familiare, ultra mega attenzione a come si gestisce il momento della pappa, gli spazi di riposo, le coccole. Soprattutto in gruppi in cui ci sono più cani, queste sono tra le cose più delicate a cui porre attenzione, proprio per evitare che il rapporto tra i cani si degradi lentamente fino a rovinarsi del tutto.
  • Mettere in chiaro le regole: quali sono i giochi e quali no. Cosa si può fare cosa no. Come si dice… “patti chiari, amicizia lunga”.
  • Evitare di entrare in competizione a meno che il gioco sia chiaro ad entrambe: cerco di spiegarmi meglio. Un conto è giocare al tira e molla, il gioco ha un’inizio ed una fine. Ad entrambe (cane e proprietario) si spera sia chiaro che si tratta di un gioco in cui c’è un po’ di competizione ma comunque un gioco. Altra cosa invece è rubare per esempio l’osso mentre il cane lo sta rosicchiando. Questo non è un gioco. Questa è maleducazione. Un gioco per noi, un fastidio per il cane.
  • Fare diverse attività, non solo quelle competitive. Soprattutto con quei cani che tendono di loro a buttarla sulla competizione, fare anche attività più collaborative.
  • Identificare quali sono per il tuo cane le risorse e che valore hanno per lui. Per un cane un pezzo di mandarino ha valore 0, per un altro ha valore 10.

Ripeto, un po’ di sana competizione non fa male a nessuno, quando è sana però!


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